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mercoledì 4 febbraio 2015


Ragionando sulle cause della diminuzione di produzione dell’olio d’oliva di qualità verificata lo scorso anno, diminuzione quasi unanimemente attribuita dagli esperti agli attacchi della mosca olearia (Bactrocera oleae) ed al tempo meteorologico, nei numeri precedenti, ci siamo domandati se si sarebbe potuto fare qualcosa di più per evitare questa “catastrofe”. E la risposta è stata sì, a condizione di usare l’insetticida Dimetoato a “tempo debito”, cioè sulla base di previsioni meteo locali personalizzate per le aziende. In questo numero, cercheremo di specificare il tempo debito non soltanto in relazione alle vicissitudini del tempo, ma anche alle caratteristiche nella mosca.

Partiamo ancora dalla voce ‘Bactrocera oleae’ di Wikipedia. (che chiunque può controllare sul web).  “Le femmine depongono le uova a partire dall'estate inoltrata, quando l'oliva ha almeno un diametro di 7-8 mm. L'ovideposizione avviene praticando una puntura con l'ovopositore sulla buccia dell'oliva e lasciando un solo uovo nella cavità sottostante”. “La schiusura dell'uovo avviene dopo un periodo variabile secondo le condizioni climatiche: da 2-3 giorni nel periodo estivo ad una decina di giorni nel periodo autunnale. La larva neonata scava inizialmente una galleria superficiale, ma in seguito si sposta in profondità nella polpa fino ad arrivare al nocciolo, che in ogni modo non viene intaccato. Durante lo sviluppo larvale avvengono due mute con conseguente incremento delle dimensioni della larva. In prossimità della terza muta la larva di terza età si sposta verso la superficie e prepara il foro d’uscita per l'adulto rodendo la polpa fino a lasciare un sottilissimo strato superficiale”. Poi si trasforma in pupa. ”La pupa resta quiescente nella cavità sottostante, protetta all'interno del pupario formato dall'esuvia della larva matura”, finché non si trasforma in adulto (la mosca) che lascia l’oliva attraverso il foro d’uscita .

Il riferimento all’ “estate inoltrata” è troppo vago. L’inizio dell’infestazione varia da una località all’altra in relazione all’andamento meteo dei mesi precedenti. Ritorneremo su questo punto. Ci soffermiamo, invece, sulle dimensioni della larva. La larva che sguscia dall’uovo deposto dalla mosca (larva di Prima Età, L1) è molto piccola (1 mm) e scava una “galleria superficiale”, cioè immediatamente al di sotto dell’epidermide dell’oliva. E’ qui che esplica la sua azione il Dimetoato (o un altro prodotto citotropico). Naturalmente, le mosche olearie non depongono le uova in tutte le olive nello stesso giorno; ma l’insetticida, una volta penetrato, rimane lì per circa tre settimane prima di essere degradato dai processi metabolici interni del frutto. Quindi, se il Dimetoato viene dato a tempo debito, esso svolge la sua attività curativa all’interno dei frutti nella fase incipiente dell’infezione, quando le larve sono molto piccole e le loro gallerie sono superficiali, cioè quando i danni alle olive sono molto limitati.

Se le larve di prima età (L1) non vengono uccise a tempo debito, si sviluppano nell’oliva e, dopo circa 5 giorni subiscono la prima muta: perdono lo scheletro esterno, s’ingrossano e diventano larve di Seconda Età (L2). Queste, essendo più grandi, danneggiano di più la polpa del frutto e, soprattutto, cominciano a scavare gallerie in profondità, dove l’effetto degli insetticidi citotropici (e quindi dei trattamenti) diminuisce progressivamente. Da un certo punto in poi, lo sviluppo delle larve L2 va avanti da sé. Le larve L2 subiscono la seconda muta e diventano larve di Terza Età. Le L3 sono larve grandi (fino a 8 mm) che scavano grandi gallerie sempre più profonde, vi rilasciano i loro escrementi e arrivano spesso fino al nocciolo. A questo punto, l’oliva è persa.

Quindi, le olive non si perdono (o almeno la loro perdita si riduce notevolmente) se il Dimetoato si dà a tempo debito, cioè in una settimana in cui ha inizio una intensa ovideposizione di uova della mosca olearia e in un giorno in cui è si prevede che non pioverà nel giorno successivo. Le trappole aiutano ad individuare la settimana, con le previsioni locali ‘personalizzate’ si trova il giorno.  

Le trappole in campo, per il monitoraggio, è bene posizionarle verso metà-fine giugno quando le mosche non depongono ancora le uova anche a causa della scarsa recettività delle olive da olio. Le trappole attraggono le mosche che volano nell’oliveto con un’esca che emette odori sessuali (feromoni) e le catturano con una sostanza vischiosa. Il numero delle catture settimanali dipende in qualche modo dalla densità delle mosche e quando questo supera un certo valore (ad es. valore medio in tre trappole: 10 adulti/settimana) l’infestazione può già essere in atto. D’ora in poi,  per intervenire a tempo debito col Dimetoato, si deve diagnosticare settimanalmente l’Infestazione Attiva (I.A.) delle olive; e questo si fa cogliendo un campione di 100 olive a caso, sezionandole e calcolando la percentuale di olive con uova o larve piccole (di 1° e 2° età). La settimana in cui la I.A. supera il 10%, la cosiddetta Soglia d’Intervento, s’interviene col Dimetoato o con un altro insetticida citotropico (MeRi news N. 3). Quante volte si può intervenire? Il Dimetoato è un prodotto tossico e (giustamente) esistono regole e  ‘disciplinari’ che ne limitano l’impiego; ma queste regole non sono stabilite a caso e, se applicate a tempo debito (previsioni meteo personalizzate + soglia d’intervento), permettono di proteggere adeguatamente la produzione delle olive e la qualità dell’olio.

Abbiamo descritto con un minimo di dettaglio le operazioni necessarie per la protezione degli oliveti dagli attacchi della mosca olearia per mostrare quanto siano articolate, complesse e costose queste operazioni. Ma anche per mostrare che esse sono fattibili. Certo, è molto più semplice non farle, sperare che tutto vada per il meglio ed, in caso contrario, chiedere contributi pubblici per sostenere il prezzo e la qualità dell’olio d’oliva italiano. 


Maurizio Severini 

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